Come diventare un bravo investigatore privato

 

Come diventare un bravo investigatore privato, requisiti personali e formativi necessari, ottenimento della licenza e tirocinio.

 

 

L’investigatore privato è un professionista che offre una vasta gamma di servizi ai suoi clienti in base alle loro specifiche esigenze. Effettua ricerche, pedina, raccoglie informazioni, tiene traccia di spostamenti, è insomma una figura versatile e completa con competenze ben specifiche.

Per diventare un bravo investigatore privato non solo è necessaria una licenza, ma occorre anche aver conseguito titoli di studio particolari e avere delle competenze professionali altrettanto fondamentali.

Per tutti coloro che vorrebbero entrare a far parte di questo affascinante mondo lavorativo, di seguito sono elencati i requisiti per diventare un bravo investigatore privato. Vuoi diventare un bravo investigatore privato a Bari? o in qualunque parte d'Italia? Allora continua a leggere questa interessante guida.

 

La licenza per diventare un investigatore privato

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Per poter esercitare l'attività di investigatore privato, e diventare un ottimo professionista, si parte dalla richiesta della licenza. E’ importante infatti operare nel rispetto della normativa vigente, dimostrando di conoscere la legge, di rispettarla e dunque di possedere tutti i requisiti necessari per l’esercizio della propria attività.

Chiunque decida di avviare attività di investigazione deve fare richiesta di licenza alla Prefettura territorialmente competente, la quale rilascia l’autorizzazione solo se il diretto interessato possiede i requisiti previsti dalla legge.

A tal proposito precisiamo che, ai sensi dell’articolo 134 T.U.L.P.S., la licenza prefettizia non viene rilasciata ai soggetti che non abbiano capacità di obbligarsi, a coloro che non sono cittadini italiani o comunitari, nonché a chi ha delle condanne penali per delitti non colposi.

Non viene rilasciata altresì a quei soggetti il cui intento è il compimento di operazioni che comportano un esercizio di pubbliche funzioni o una limitazione della libertà individuale.

 

 

I requisiti formativi: università ed istruzione

Se un tempo l’università o il titolo di studio non erano pregiudicanti per intraprendere questa professione, oggi anche l’aspetto formativo ha la sua rilevanza.

 

Pertanto l’aspirante investigatore privato deve essere in possesso di una delle seguenti lauree:

  • Giurisprudenza;

  • Sociologia;

  • Economia;

  • Scienze dell’Investigazione

  • Psicologia (ad indirizzo forense);

  • Scienze politiche.

 

In molteplici atenei italiani è possibile seguire dopo la laurea dei corsi di perfezionamento post laurea o master di I e II livello per approfondire le materie di interesse del campo dell’investigazione. Ad onore del vero, anche dopo aver aperto una propria agenzia o aver conseguito la licenza, è importante seguire corsi di aggiornamento (sia presso le università che presso i centri di formazione professionale riconosciuti dalle Regioni) per rimanere al passo coi tempi.

 

Il tirocinio

Dopo aver conseguito la laurea occorre trovare l’input per accedere al mercato del lavoro di riferimento. Per un investigatore provetto il tirocinio e l’attività sul campo vengono prima di ogni altra cosa. Per questo è importante seguire almeno per un paio di anni un investigatore da cui "imparare i trucchi del mestiere".

 

 

Capacità di notare i dettagli

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L’investigatore privato è un professionista che raccoglie informazioni grazie alle quali mettere insieme prove attraverso analisi documentale e analisi delle persone.

Il suo lavoro lo porta spesso ad accedere a tantissime nozioni, racconti, ad effettuare costanti ricerche. Proprio per questo tra le qualità personali, questo professionista deve essere in grado di captare i dettagli e di farne tesoro a vantaggio del proprio cliente.

Ad esempio nella presa visione dei documenti deve avere la velocità di catturare i particolari e la capacità di deduzione in base a quanto lamentato dai suoi clienti. Anche per questo deve conoscere le migliori tecniche da utilizzare in entrambi i contesti.

 

Doti relazionali

Se non analizza documenti, l’investigatore si approccia alle persone. Per questo non dovrebbe essere caratterialmente schivo, di contro deve vantare delle ottime doti relazionali. Se infatti sa come rivolgersi alla gente, sa come conquistare la fiducia degli altri, in automatico riesce con maggiore facilità a raccogliere informazioni preziose per portare a termine il suo lavoro.

Deve pertanto avere ottime doti comunicative, e saper fare le domande giuste alle persone giuste nel momento giusto. Anche per questo non si tratta di un lavoro adatto a chiunque.

 

Capacità di discrezione e di analisi

Investigare vuol dire entrare in contatto con informazioni a volte delicate, afferenti a situazioni altrettanto complesse e non semplici da trattare. Per tale ragione il professionista deve essere molto discreto, svolgere cioè il suo lavoro con attenzione, ma senza dare nell’occhio. Al contempo deve essere in grado di tenere per sé le informazioni ricavate, utilizzando solo quelle necessarie ed esclusivamente a scopi lavorativi.

Anche quando fa il punto della situazione con il cliente, deve saper scremare le prove accumulando, impiegando solo quelle che realmente occorrono, onde evitare di scoperchiare inutili vasi di Pandora, che tra l’altro non sono di sua competenza.

Tutte le info raccolte vanno conservate, l’investigatore deve tenere traccia di tutto quello su cui è a conoscenza. Dunque occorre anche molta organizzazione sul lavoro, nonchè la capacità di analizzare quanto raccolto per riuscire ad utilizzarlo nel modo corretto.

Il tutto nei limiti imposti dalla legge: un bravo investigatore infatti svolge il suo lavoro “secondo legem”, nel rispetto della normativa in materia di investigazione privata.

Sarebbe infatti difficile per lui gestire situazioni in cui si infrangono le leggi ed è poi costretto a rispondere personalmente di quanto accaduto.

 
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