Storia della fabbrica Birra Peroni di Bari

 

La birra è tra le bevande alcoliche più amate di sempre. Anche l'Italia vanta una produzione birraia considerevole, e tra i marchi più noti e consumati troviamo sicuramente quello Peroni. Il primo stabilimento nasce nel 1846 per iniziativa di Francesco Peroni.

 

 

Appartenente ad una famiglia di pastai attivi nella provincia novarese, Francesco Peroni lascia il suo paese natale, Galliate, per trasferirsi a Vigevano, località perfetta in cui poter avviare una nuova realtà imprenditoriale. Ed è proprio qui che fonda la sua fabbrica di birra. La Ditta Francesco Peroni aveva sede nel centro della cittadina lomellina, in contrada Rocca Nuova, dove, accanto alla piccola fabbrica, era attiva una birreria per la mescita diretta.

 

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Non tardò ad arrivare il successo della birra Peroni, tanto che si decise di aprire nuovi stabilimenti e nel 1924 si apre una fabbrica anche a Bari. Dal 1846 ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti, dopo oltre un secolo di proprietà della famiglia Peroni, il marchio qualche anno fa è stato venduto prima ai britannici e poi ai giapponesi.

Resta tuttavia un simbolo per gli italiani, e lo è anche e soprattutto per i baresi, che vanno tuttora fieri di ospitare nella propria città una fabbrica Peroni, un brand riconosciuto a livello internazionale.

 

 

La nascita dello stabilimento barese in via Amendola

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Lo stabilimento barese nasce nel 1924. Si trovava inizialmente in via Amendola, all’altezza di via Castromediano, nel quartiere San Pasquale. Una struttura semplice, senza fronzoli, senza insegne o tabelle, solo una scritta scura che potesse identificare il fabbricato.

L’edificio era interamente in pietra e si divideva in due sezioni, una bassa e lunga, l’altra con la forma di un parallelepipedo, quindi alta e stretta. A completare il quadro, un’alta ed imponente ciminiera. Nell'ottobre del 2018 la struttura venne rasa al suolo.

 

 

Il trasferimento della sede

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Dopo quasi 40 anni, lo stabilimento fu trasferito nella sede attuale, in via Bitritto. Per i baresi si tratta di un posto quasi sacro, di cui vanno fieri, si innalza maestoso nel panorama della città e si può scorgere in lontananza.

L’attuale struttura è stata realizzata dallo studio Harley-Ellington & Day di Detroit, e si estende lungo una superficie di 185.500 metri quadri.

È una struttura molto alta, decorata con i colori grigio/rosso mattone. Si tratta di un edificio che spicca tra i campi incolti circostanti, grazie anche alla sua grande insegna rossa e oro che riprende il logo della Peroni.

 

 

L’orgoglio barese

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I baresi vanno così tanti orgogliosi di ospitare uno stabilimento Peroni che negli anni '80 le scuole organizzavano delle visite guidate per portare gli studenti alla scoperta di questa affascinante attività.

I bambini ed i ragazzi venivano portati in giro per la struttura, ad ammirare i macchinari, venendo omaggiati con un panino al prosciutto e una lattina di coca cola o acqua. Spesso capitava che per ognuno degli ospiti la direzione regalava alcune birre in lattina da portare a casa. Le visite guidate venivano organizzate un pò tutto l'anno compreso anche il periodo natalizio (sono molte le manifestazioni birresche che si tengono a fine anno come il calendario Avvento Hopt).

Oggi purtroppo non è consentito fare questa esperienza che per le vecchie generazioni di baresi è stato quasi un rito propiziatorio ogni anno. Ma ciò non toglie che una volta raggiunta l’età per poter bere, i giovani del posto si concedono il primo saggio di una birra prodotta da loro conterranei.

La birra Peroni ha accompagnato la vita di intere generazioni, momenti di felicità, di ansia, di speranza, ha rappresentato una compagna fedele per i momenti di sconforto. E ancora oggi sarebbe impossibile immaginare i “circoletti” pieni di anziani che giocano a carte senza le loro brave bottiglie da 33cl marrone scuro.

 

 

L’incendio del 2008

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La tragedia e la paura di perdere lo stabilimento di produzione della birra Peroni sono state sfiorate nel 2008. Nell’edificio di via Bitritto è divampato improvvisamente un incendio. Una fuga di gas ha mandato a fuoco alcuni silos. Molte persone rimasero intossicate, e furono provocati danni complessivamente ammontabili a circa 20 milioni di euro.

In realtà, da un’analisi approfondita dei resti andati a fuoco, i vigili del fuoco avevano riscontrato delle anomalie. Per questo motivo era stato aperto un fascicolo dal PM del posto e nel registro degli indagati sono finiti i tre legali rappresentanti del birrificio e i tre responsabili della sicurezza della stessa società Birra Peroni, della Puglia Asfalti e della De.Bar. (queste ultime due sono le aziende che stavano effettuando i lavori di coibentazione di uno dei silos mediante l'utilizzo della fiamma ossidrica).

Secondo le prime ricostruzioni il lavoro di rifacimento di uno dei silos ha provocato lo sviluppo delle fiamme che hanno poi mandato a fuoco altri 20 silos. Nel registro degli indagati sono finiti anche i 4 operai che stavano compiendo il lavoro. Il capo d’accusa è per violazione delle misure di prevenzione antinfortunistiche e incendio colposo.

Sebbene il grande spavento, non ci è voluto molto prima che lo stabilimento barese tornasse a funzionare a pieno regime (dopo qualche mese). E ancora oggi produce "a iosa" casse, bottiglie e lattine.

 

 

La vendita ai giapponesi

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L’ultimo tuffo al cuore per gli amanti della birra Peroni barese è stata la vendita della società prima agli inglesi e poi ai giapponesi. Per fortuna, al di là della società, non sono stati portati grandi cambiamenti al birrificio: i nipponici hanno sin da subito chiarito che sarebbero rimasti aperti tutti gli stabilimenti, quello di Bari incluso. E infatti ancora oggi inorgoglisce gli abitanti del posto.

 
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