Prestazioni sportive e fumo, ecco quanto incide fumare sulle tue performance

 

Che il fumo faccia male ormai è un dato di fatto, ma sicuramente in pochi riconoscono gli effetti negativi nel breve e nel lungo termine anche su semplici gesti e attività che svolgiamo ogni giorno. Si pensi ad esempio allo sport, e al fatto che un fumatore, rispetto ad una persona che non ha i polmoni minati, non può eseguire delle performance eccelse.

 

Secondo l'OMS (Organizzazione mondiale della sanità) il fumo di sigaretta rappresenta la più importante causa di morte evitabile: annualmente in tutto il mondo a causa delle sigarette e del fumo in generale muoiono circa 8 milioni di persone, delle quali 1,2 milioni non fumatrici, e questo purtroppo a causa del fumo passivo.

In questo articolo però ci focalizzeremo sulle relazione fumo, sport e performance. Quanto davvero può incidere negativamente il fumo sulle prestazioni fisiche e di allenamento di una persona?

 

 

Prestazioni sportive e fumo: Qualche prima considerazione

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Bisogna partire dell’assunto per il quale, nei primi tempi un fumatore che fa sport non riscontra particolari difficoltà nell’eseguire esercizio fisico, soprattutto se è ancora in giovane età. Il problema sorge invece a distanza di anni, quando ad esempio, nel corso della visita sportiva, un soggetto viene sottoposta ad una delle classiche prove di misurazione della capacità respiratoria e riscontra difficoltà maggiore rispetto ad un collega non fumatore. Ovviamente la stessa cosa accade anche a chi non fa sport a livello agonistico, ma solo per passione o per proprio benessere psicofisico.

Con l’avanzare dell’età, la “riserva” d’ossigeno comincia a scarseggiare. Facciamo un esempio pratico, e immaginiamo di essere dei corridori fumatori.

Fino ai 35 anni, le prestazioni restano di un certo livello, ma a lungo andare, si viene a creare una situazione di disagio. Mediamente si peggiora di circa 1″/km all’anno. Questo vuol dire che i danni da fumo si possono calcolare utilizzando una semplice formula N/20 * ((E-20)/7)2: laddove con N si vuole indicare il numero di sigarette fumate al giorno, mentre E rappresenta l’età. Più semplicemente, se il soggetto fuma 20 sigarette al giorno, a causa del fumo perde nel tempo:

– 0″/kma 20 anni

– 2″/kma 30 anni

– 8″/kma 40 anni

– 18″/kma 50 anni

– 32″/kma 60 anni

– 51″/kma 70 anni

 

Come si può facilmente notare la progressione è particolarmente invalidante con l’età. Il fatto è che, oltre a diminuire le performance fisiche, tendono a calare anche i riflessi del corridore fumatore. Ovvero, la componente psicologica subisce un contraccolpo in particolare dai 45 anni a salire.

Ci sono tanti altri problemi di salute che si possono sviluppare. Si pensi ad esempio al rischio di contrarre una neoplasia polmonare, o anche l’alto pericolo di finire vittima di un incidente cardiovascolare o, “semplicemente” di avere maggiori difficoltà nel controllare il proprio peso (ricordiamo che l’aumento di peso penalizza non poco la prestazione sportiva). Appare evidente che ci sono un sacco di buone ragioni per smettere di fumare, che si pratichi sport o no. E per fortuna gli strumenti e le soluzioni sono tante: centri anti fumo, terapie farmacologiche, integratori naturali, preparazioni a base di piante adattogene, sigaretta elettronica.

 

 

Fumare dopo l’attività sportiva è ancora peggio

Se fumare una sigaretta prima di una corsa o della palestra può essere un danno per i nostri polmoni poi sottoposti ad uno sforzo durante l’attività, ancora peggio è fumare dopo aver finito l’allenamento.

In vero, sono molti i motivi per cui dopo lo sport il fumo è particolarmente dannoso. Innanzitutto si sottopone il cuore ad uno stress maggiore: l’organo ha infatti bisogno di una buona dose di ossigeno per funzionare bene in particolare dopo sforzi fisici.

A causa della sigaretta però, il livello di ossigeno nel corpo cala, per cui il cuore deve pompare di più al fine di fornire l’ossigeno necessario per una normale funzionalità.

In secondo luogo il fumo tende ad aumentare la frequenza cardiaca dopo l’attività fisica, mentre invece essa avrebbe bisogno di ristabilirsi a livelli normali (non dovrebbe aumentare come invece accade se la nicotina è in circolo nel sangue).

Anche la respirazione diventa molto faticosa, poiché il fumo tende a ridurre il passaggio dell’aria nei polmoni, affaticato il respiro. Dopo l’attività fisica, il corpo richiede più ossigeno possibile per recuperare, ma la sigaretta ostruisce questo passaggio.

Sempre rimanendo in tema ossigeno, dopo aver fatto sport fumare sigaretta potrebbe comportare un aumento di monossido di carbonio nel sangue, provocando danni al cervello. In pratica avvertiremo ancora di più la sensazione di stanchezza e di disorientamento, rischiando di portare vertigini e malessere generale.

Ne consegue anche una fatica amplificata, perché sempre a causa della carenza di ossigeno, potremmo sentirci molto più affaticati in tutto quello che facciamo.

 

 

Gli effetti del fumo sui muscoli

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Dai danni ai polmoni ai danni ai muscoli, il passo è breve. Questo perché l’ossigeno circola nel corpo grazie al sangue, o più in particolare all'emoglobina. Il monossido di carbonio già citato che viene prodotto dal fumo riduce l’apporto di ossigeno nel sangue. Il che danneggia i tessuti.

In qualunque momento della giornata si fuma, arriva meno ossigeno ai tessuti,  soprattutto a quelli muscolari. Questo comporta una diminuzione della propria resistenza e del rendimento sportivo.

Possono sembrare poche le motivazioni, eppure buttare la sigaretta potrebbe giovare alla salute e rendere ancora più prestante la propria attività fisica. Se fai sport, sicuramente è perché ci tieni al tuo benessere fisico e a quello mentale. Dunque sarebbe davvero ideale dire basta al fumo della sigaretta per gettarsi a capofitto nel pieno della salute.

 
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